Visitare l’antica terra Sabina significa tuffarsi in un territorio ricco di storia, arte, paesaggi incantevoli e borghi dove il tempo sembra essersi fermato.
Queste zone, tra le più belle del Lazio, annovera beni artistici di grande rilievo archeologico, ma il vero tesoro della Sabina è però l’olio. Bene prezioso, celebrato dal Galeno (celebre medico vissuto nel II sec. d.C), come il miglior olio del mondo antico, ancor oggi rappresenta un vanto della nostra terra: la sua lata qualità ha varcato i confini nazionali esso rappresenta pertanto un simbolo antichissimo dell’identità locale, quindi si vanta un’esperienza antica e ormai consolidata nell’arte olearia.
Forti dell’esperienza acquista nel tempo i produttori coltivano con amore e sapienza i secolari uliveti assecondando nel pieno rispetto della natura il regolare ciclo produttivo delle piante. Le medesime accortezze sono applicate nella lavorazione delle olive effettuate con procedimenti esclusivamente artigianali, per evitare che le eccessive sollecitazioni meccaniche violentino la bontà e la fragranza dell’olio. L’olio regalatoci dalla Sabina è considerato fra i migliori in assoluto. Tutto questo accade grazie al clima e alle varietà delle olive come la Carboncella, la Rosciola, il Leccino, la Raia e l’Olivastro  e al metodo manuale di raccolta, si utilizza il sistema della brucatura a mano entro i primi giorni del mese di novembre, per evitare l’eccessiva maturazione dei frutti e assicurare così un prodotto di bassissima acidità ed alta qualità.
Negli ultimi anni la scienza medica ha fortemente rivalutato l’importanza dell’olio extravergine di oliva nell’alimentazione umana come componente essenziale della dieta mediterranea, contribuendo non poco al rilancio della sua coltivazione, ma soprattutto al controllo della qualità, in particolare in un’area come la Sabina, al cui olio extravergine di oliva sono stati riconosciuti i marchi DOC “Sabina” e DOP, che ne dovranno garantire e proteggere la qualità.
 
CONSIGLI UTILI PER CHI ACQUISTA L’OLIO
Lìoliio di oliva è un prodotto stagionale e quindi va consumato preferibilmente entro un anno dalla produzione. Dopo averlo acquistato bisogna preoccuparsi di metterlo in condizioni di non degradarsi, l’olio teme la luce, il calore e l’aria, quindi bisogna riporlo nel luogo più buio della casa, meglio se in cantina al fresco e bisogna inoltre conservarlo in un recipiente che garantisca una perfetta tenuta, come bottiglie o contenitori di acciaio inox.
 
LA TRADIZIONE…. A TAVOLA
La cucina genuina della Sabina ha affascinato per secoli anche i palati più esigenti, perché dotata di una semplicità unica, che ancora oggi la distingue.
Le ricette più invitanti della tradizione “sabinese”” sono (la denominazione in corsivo è quella originale in dialetto):
·        Maccheroni preparati con impasto di acqua, farina, olio, uovo lavorato sulla tavola
·        Sagne (Lasagne), tipica delizia sabina, per la genuinità dell’olio che lo rende inimitabile
·        La Pizza , cotta anticamente nel piano del camino e ricoperta di brace, ripiena di verdure cotte e saltate in padella
·        Minestre di fave secche e ceci, condite con salse di aglio e rosmarino: un tempo la pasta era ricavata da gnocchetti di semplice farina, che rendevano la minestra particolarmente appetitosa
·        Frittata, piatto tipico particolarmente frequente nel periodo primaverile, costituivano un piatto unico per eccellenza: famose quelle con i lupoli
·        Pizzafritte, focacce preparate con pasta lievitata, fritte nell’olio d’oliva e particolarmente gustose per la dortura e la fragranza, nelle varianti con zucchero o sale
·        Pomodori in padella dopo aver tagliato a metà i pomodori, rotondi e maturi, si dispongono in un padella conditi generosamente con aglio, foglie di mentuccia, olio e sale, è da preferire la cottura nel camino, che consente di rosolare ed asciugare bene i pomodori, che con questa ricetta sono ottimi anche freddi.
 
Inoltre durante le festività solenni sono da ricordare:
PASQUA: particolarmente suggestiva la mattina della Pasqua nella tradizione di un atempo, quando la Domenica tutta la famiglia si riuniva per la colazione di Pasqua con le uova benedette e la pizza “lievita” preparata con grande apprensione nella settimana che precedeva la Pasqua.
NATALE: il cenone di Natale, costituito anticamente da un piatto di spaghetti con tonno, olio e alici, era imbandito con frittelle di broccoli, anguilla marinata, fagioli, baccalà con l’uvetta e quant’altro.
Il dolce per eccellenza è la NOCIATA, ricetta tipicamente locale, costituita da un impasto di nocie miele, ridotto a forma di sottili rombi, separati da foglie di alloro.